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Marketing conversazionale, cos’è e come applicarlo alla tua strategia

Sai perché il marketing conversazionale rappresenta una leva strategica importante? Scoprilo in questo articolo.

Marketing Conversazionale

Ogni relazione si basa sul dialogo. E questo vale anche – e soprattutto – per la relazione tra aziende e clienti. In un contesto in cui le persone si aspettano risposte rapide, personalizzate e bidirezionali, il marketing conversazionale rappresenta oggi una leva strategica per creare connessioni significative e generare valore. 

Marketing conversazionale: i numeri parlano chiaro

Secondo il report Next in Personalization 2021 Report di McKinsey, il 71% dei consumatori si aspetta interazioni personalizzate da parte dei brand, mentre il 76% si dichiara frustrato quando ciò non accade. 

Un’indagine di Sinch Engage condotta negli Stati Uniti mostra che 1 persona su 5 preferisce interagire con un’AI piuttosto che con un operatore umano, apprezzandone la maggiore velocità. 

Inoltre, l’85% dei consumatori desidera conversazioni bidirezionali attraverso canali di messaggistica. 

Infine, più di 1 utente su 2 si infastidisce quando riceve un messaggio a cui non può rispondere. 

Velocità, interazione, personalizzazione, bidirezionalità, AI: sono queste le parole chiave alla base di una strategia di messaggistica conversazionale davvero efficace. 

Che cos’è il marketing conversazionale (e cosa lo rende efficace)

Il marketing conversazionale è un approccio strategico che utilizza strumenti digitali interattivi – come app di messaggistica, chatbot, assistenti virtuali e live chat – per instaurare dialoghi personalizzati con clienti e stakeholder lungo tutto il customer journey. 

La comunicazione non è più unidirezionale. Grazie alla messaggistica conversazionale, il cliente può rispondere, fare domande, ottenere supporto in tempo reale o asincrono. 

Questo approccio si traduce in vantaggi concreti: 

  • migliore customer experience; 
  • più conversioni e tassi di apertura; 
  • aumento della fidelizzazione; 
  • maggior capacità di data enrichment. 

Non solo le aziende, ma anche fondazioni, enti pubblici e istituzioni culturali possono sfruttare la conversazione digitale per costruire relazioni più solide e reattive con il proprio pubblico. 

Perché le app di messaggistica sono il cuore del marketing conversazionale?

Se pensi alla tua giornata tipo, con quali strumenti comunichi di più? La risposta è quasi ovvia: app di messaggistica. 

Sono rapide, familiari e onnipresenti. E i dati lo confermano: WhatsApp è utilizzato da 33 milioni di italiani (89% della popolazione). Seguono Instagram (73%) e Messenger (51%), entrambi del gruppo Meta, mentre Telegram è scelto dal 47% degli utenti. 

Questo rende le app di messaggistica canali ideali anche per la comunicazione aziendale. Un cliente che già usa WhatsApp con amici e colleghi sarà naturalmente propenso a interagire con un brand nello stesso modo – a patto che il messaggio sia utile, personalizzato e pertinente. 

Per questo, sviluppare una strategia di WhatsApp marketing può essere decisivo per aumentare l’engagement e migliorare la conversione

Dal marketing tradizionale al marketing conversazionale: il cambio di paradigma

Nel mondo della comunicazione, siamo passati da logiche da “broadcast” – in cui un messaggio veniva trasmesso a un pubblico indifferenziato – a logiche più relazionali, bidirezionali e personalizzate. 

Anche nel marketing, il passaggio da Outbound Marketing a Inbound Marketing riflette questa trasformazione. 

Outbound Marketing

Prevede azioni intrusive e unidirezionali: spot TV, email non personalizzate, banner statici. Mira ad “interrompere” l’utente per attirarne l’attenzione. 

Inbound Marketing 

Si basa sull’attrazione: contenuti di valore, comunicazione mirata, dialogo aperto. E la messaggistica conversazionale è una delle sue evoluzioni più interessanti. 

È la differenza tra un monologo e un dialogo: nel primo caso l’utente subisce, nel secondo partecipa. E quando partecipa, si fidelizza. 

Per approfondire questo tema, scopri la nostra Guida all’Inbound Marketing

Strumenti chiave del marketing conversazionale

Implementare una strategia conversazionale significa scegliere i canali giusti e sfruttarli in base alla complessità del messaggio e alla fase del funnel. 

Vediamo nel dettaglio i principali strumenti. 

Live chat 

Un sistema di chat in tempo reale, generalmente presente su sito o app, che consente di interagire con un operatore umano. Perfetta per casi complessi, come assistenza post-vendita o contratti. 

  • Pro: alta personalizzazione 
  • Contro: elevato impiego di risorse 

Chatbot 

Sono bot automatici programmati per rispondere a domande frequenti o per guidare l’utente tra contenuti e servizi. 

Possono essere rule-based (a scelta multipla) o potenziati con intelligenza artificiale. 

  • Pro: disponibili 24/7, scalabili 
  • Contro: limitati nei casi complessi 

Assistenti virtuali 

Versione evoluta dei chatbot, con capacità conversazionali avanzate, alimentate da AI e machine learning. 

Possono fare domande, proporre soluzioni, gestire flussi complessi (es. acquisti, prenotazioni). 

  • Pro: esperienza simile all’interazione umana 
  • Contro: richiedono una progettazione più sofisticata 

Come integrare il marketing conversazionale nella tua strategia

Integrare la messaggistica conversazionale non significa solo “aprire un canale WhatsApp”. Serve un approccio strutturato, guidato dai principi del Conversational Design Marketing. 

1. Parti da un’analisi strategica 

Definisci: 

  • gli obiettivi di comunicazione (es. lead generation, fidelizzazione, supporto); 
  • i touchpoint da presidiare; 
  • il tipo di interazione (notifica, dialogo, customer care). 

2. Metti ordine nei dati

Il cuore di ogni conversazione è la conoscenza dell’interlocutore. Perciò, è fondamentale avere un database pulito e integrato, con informazioni coerenti su ogni contatto.

3. Ottieni i consensi

Nel rispetto delle normative, ogni canale di messaggistica conversazionale (es. WhatsApp) richiede un consenso esplicito. Prevedilo nei tuoi form, durante il checkout, o via email. 

4. Crea contenuti utili e conversazionali 

La notifica push è solo il primo livello. Il vero valore nasce dal dialogo: dare all’utente la possibilità di rispondere, porre domande, ricevere supporto. 

Per esempio? 

  • Reminder dinamici (es. appuntamenti, scadenze). 
  • Suggerimenti personalizzati (es. prodotti affini). 
  • Risposte automatizzate per domande ricorrenti. 
  • Call to action interattive. 

5. Progetta interazioni intelligenti 

Un assistente virtuale ben progettato può: 

  • riconoscere l’identità dell’utente; 
  • adattarsi al contesto (stagionalità, comportamenti passati); 
  • guidare una scelta con domande progressive (es. taglia, colore, stile). 

Esempio: “Hai già acquistato scarpe invernali. Vuoi vedere i nuovi modelli in pelle, taglia 42?” 

6. Misura, testa, ottimizza 

Ogni conversazione genera dati preziosi: insight qualitativi, feedback, clic, conversioni. Questi dati devono alimentare il CRM e servire per ottimizzare l’esperienza utente. 

Conversational marketing, commerce e care: un ecosistema integrato

Il marketing conversazionale non si limita alla fase di promozione: può coprire l’intero ciclo di relazione con il cliente. 

  • Conversational commerce: guida l’acquisto attraverso la conversazione. 
  • Conversational care: gestisce richieste, reclami, supporto in tempo reale. 
  • Conversational nurturing: coltiva il lead con contenuti mirati. 

Ogni fase può diventare più fluida, naturale e performante grazie a una strategia conversazionale ben orchestrata. 

Un esempio concreto: il progetto conversazionale di Fondazione Telethon

Tra le realtà che hanno scelto di investire in una strategia di marketing conversazionale, c’è anche Fondazione Telethon, da sempre impegnata nella ricerca sulle malattie genetiche rare. L’obiettivo con cui si è rivolta a t.bd think by diennea era chiaro: rafforzare il legame con i donatori più affezionati e migliorare l’esperienza di comunicazione nelle fasi più delicate del donor journey. 

Per farlo, abbiamo progettato una soluzione integrata che unisse le potenzialità di magnews, piattaforma per l’email marketing e l’automation, con quelle di Sinch Engage, specializzata in tecnologie per la messaggistica conversazionale. Al centro della strategia: l’utilizzo del canale WhatsApp come punto di contatto diretto tra donatore e Fondazione. 

I risultati non si sono fatti attendere. A partire dalla DEM inviata per promuovere l’iniziativa, il 45% dei destinatari ha aperto l’email. Ma il dato più interessante riguarda l’attivazione: 2.200 utenti hanno cliccato sul pulsante click-to-chat e 1.400 di loro hanno effettivamente avviato una conversazione in chat, dialogando con un operatore. 

Perché puntare sul marketing conversazionale oggi

Il comportamento dei consumatori è cambiato. Le persone vogliono sentirsi coinvolte, ascoltate, comprese. Vogliono messaggi che abbiano senso per loro, canali che conoscono e frequentano ogni giorno, risposte immediate. Il marketing conversazionale intercetta tutte queste esigenze, portando il dialogo al centro delle strategie di comunicazione. 

Non si tratta solo di scegliere uno strumento nuovo, ma di cambiare prospettiva: smettere di parlare al cliente, e cominciare a parlare con il cliente. Ed è in questo spazio bidirezionale che si costruisce valore duraturo. 

Per chi vuole davvero far evolvere la propria comunicazione, oggi non è più questione di “se” usare il marketing conversazionale, ma di come integrarlo in modo efficace e coerente. E la risposta giusta parte sempre da una strategia chiara, strumenti adeguati e, soprattutto, da un ascolto autentico. 

Vuoi scoprire come utilizzare le potenzialità del marketing conversazionale per la tua realtà?

Marketing Conversazionale: 5 casi d'uso

5 esempi concreti che mostrano come i canali conversazionali possano diventare una leva strategica.

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