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Best Practice per l’email marketing

Una guida esaustiva che contiene le best practice da adottare per rendere efficace la tua strategia di email marketing. Scopri tutti i consigli di t.bd!

Una ragazza sta utilizzando un laptop

In un mondo digitale sempre più competitivo, come quello in cui viviamo oggi, l’email marketing rappresenta un potente strumento, in grado di raggiungere rapidamente il target a cui ci si rivolge e ottenere risultati concreti in termini di ROI. Ma come massimizzare l’efficacia delle proprie campagne di email marketing? In questo articolo forniremo tutte le best practice da seguire toccando diversi aspetti cruciali: dalla selezione dell’oggetto e del preheader della comunicazione all’utilizzo di tecnologie che consentono di implementare la propria strategia. 

 

L’anatomia di un’email: mittente, oggetto e preheader

Quando ci si trova a dover dare forma ad una campagna di email marketing vi sono tre elementi principali da considerare: il mittente, l’oggetto e il preheader. Ognuno di essi, infatti, gioca un ruolo fondamentale nel determinare il tasso di apertura di un’email e nel comunicare il valore del messaggio in questione ai destinatari. 

Iniziamo dal mittente, la vera e propria voce del brand, l’elemento che identifica chi invia il messaggio. Come scegliere quello corretto?

  • Occorre utilizzare un nome riconoscibile, facilmente identificabile e associabile al brand. Meglio prediligere il nome dell’azienda o di una sua divisione, ma è possibile utilizzare anche quello di un dipendente o di un personaggio importante all’interno della realtà. 
  • La coerenza è essenziale, il nome del mittente deve essere sempre lo stesso, così da creare una relazione di fiducia con il pubblico e rendere le email immediatamente riconoscibili.
  • Evitare “INFO” e “NOREPLY”

Passiamo ora all’oggetto, conosciuto anche come subject. Si tratta, in questo caso, della porta d’ingresso al messaggio. È il primo elemento che il destinatario si trova davanti agli occhi e può influenzare notevolmente la decisione di aprire o ignorare l’email. Per scrivere oggetti accattivanti è bene:

  • Essere brevi e concisi: il subject deve catturare immediatamente l’attenzione dell’utente e contenere le parole chiavi all’inizio. La lunghezza dovrebbe essere tra 35 (mobile) massimo 50 caratteri.
  • Personalizzare l’oggetto, magari inserendo il nome del destinatario o un’offerta ad hoc. 
  • Creare, con moderazione, urgenza e curiosità. In questo caso, vantaggi, domande, scadenze e formule accattivanti invogliano a leggere l’email. 

E per quanto riguarda il preheader? Non è altro che una breve anteprima del contenuto dell’email che appare accanto o sotto l’oggetto nelle caselle di posta dei destinatari. Come rendere il preheader dell’email efficace e sfruttarlo al meglio?

  • Oltre a completare e integrare l’oggetto, dovrebbe fornire indicazioni aggiuntive sul contenuto dell’email, senza però risultare ripetitivo.
  • Dovrebbe incoraggiare l’apertura del messaggio. È bene, ad esempio, mettere in evidenza i benefici e le informazioni che il lettore otterrà aprendo l’email, oppure inserire link e call to action. 
  • Essere chiari e brevi. Specialmente sui dispositivi mobili, infatti, la lunghezza del preheader potrebbe essere limitata. Per questo motivo è bene includere le informazioni più rilevanti all’inizio.

 

Utilizzare A/B test per individuare la versione vincente dell’email

Per individuare le versioni più efficaci di mittente, oggetto e preheader occorre effettuare delle prove. L’A/B testing, in questo caso, rappresenta una risorsa utile. Si tratta dell’invio di due versioni diverse dell’email, a due campioni di destinatari. 

Le due versioni possono differire per una delle tre variabili in questione. In base ai risultati del test, il software provvede ad inviare automaticamente la versione della comunicazione che ha ottenuto i migliori risultati alla parte rimanente del target della spedizione.

 

Il contenuto delle email è uno dei fattori che più concorre al successo o al fallimento di una campagna di email marketing. Oltre ad essere chiaro, ben scritto e fornire informazioni utili e pertinenti deve essere accuratamente strutturato (suddiviso in sezioni e paragrafi) nonché adatto a diversi dispositivi, da desktop a mobile. 

Anche in questo caso, vi sono alcune best practice da seguire, specifici fattori che influenzano il rendering della comunicazione inviata alla propria lista di contatti. In particolare, possiamo ricordare la scelta del design, l’utilizzo di immagini. Ma passiamo subito in rassegna questi elementi. 

 

Design dell’email: responsive vs scalabile

Uno dei fattori più importanti da considerare è il design dell’email. Oggi, la maggior parte delle persone consulta la posta elettronica dal proprio smartphone o tablet. È quindi fondamentale utilizzare un design responsive, che si adatti automaticamente alle dimensioni dello schermo del dispositivo utilizzato, garantendo una lettura ottimale. 

 

Privilegiare la versione mobile

Restando in linea con il punto precedente, è fondamentale assicurarsi che le email siano perfettamente leggibili anche su dispositivi mobili. La maggior parte delle comunicazioni, oggi, viene aperta da smartphone o tablet. 

Quali sono le best practice da seguire per la versione mobile dell’email? L’oggetto dell’email deve essere più breve, più accattivante per catturare subito l’attenzione. Il testo deve essere più grande (14 – 16 px) e arrivare velocemente al punto. Il link non deve essere troppo vicino e soprattuttosemplice da selezionare con il dito, così come la CTA.

 

Le immagini e lo stile da utilizzare

Veniamo ora alle immagini, nonché al design da prediligere nell’email. Le fotografie rappresentano un elemento essenziale, devono essere belle, leggere, comunicative e in linea sia con il testo del messaggio che con i valori aziendali. Attenzione però: se troppo pesanti, infatti, potrebbero rallentare o addirittura impedire il caricamento dell’email. 

È bene, poi, privilegiare sfondi bianchi o neutri, nonché Font web safe, ossia leggibili e comprensibili dalla maggior parte dei sistemi. 

 

La CTA dell’email: un vero e proprio must have

La chiamata all’azione è l’elemento che spinge il destinatario a compiere un’azione specifica, una volta letta un’email. Ad esempio può invitare a scaricare un documento, a compilare un form, ad aggiungere un articolo al carrello o ad acquistarlo. 

Da inserire alla fine o all’inizio del messaggio, oltre ad essere chiara e convincente, la CTA deve essere evidenziata da bottoni, pulsanti o immagini a prova di tap

 

Quando spedire le email? Occorre conoscere il proprio target e seguire la stagionalità

La tempistica rappresenta un elemento chiave per il successo di una campagna di email marketing. Il ciclo di vita di un’email, dura in media tre giorni, con un picco nelle prime 12 ore. Gli utenti professionali seguono generalmente gli orari d’ufficio, mentre gli utenti consumer aprono 24 ore su 24, tutti i giorni.

Ma allora, quando bisogna spedire? La risposta è: dipende, poiché i fattori da considerare sono molteplici. Tanto per cominciare, è essenziale analizzare con cura il comportamento del proprio target. Occorre osservare quando i destinatari sono più propensi ad aprire e ad interagire con le email e adattare la tempistica d’invio di conseguenza. 

È importante, inoltre, testare diversi giorni e orari, poiché non esiste una regola universale. Bisogna individuare quelli che funzionano meglio, sempre in relazione al proprio pubblico. 

Senza dimenticare, naturalmente, che eventi e festività influiscono notevolmente sul comportamento dei lettori e sulla loro disponibilità ad interagire con le email. In queste occasioni è necessario adattare la tempistica della campagna, tenendo conto delle esigenze del target. E poi, dato che durante le ricorrenze la competizione è più alta, è fondamentale lavorare sull’originalità dei propri contenuti, inviando anche promozioni e offerte ad hoc. 

 

Focus on deliverability, la capacità delle email di raggiungere l’inbox del destinatario

Quando si parla di email marketing occorre tenere conto anche del concetto di deliverability. Si tratta della capacità che hanno le email di raggiungere l’inbox dei destinatari, superando filtri o blocchi imposti da fornitori di posta elettronica, sistemi anti-spam o dai singoli contatti. È una responsabilità condivisa da quattro attori: mittente, destinatario, Internet Service Provider (ISP) ed Email Service Provider (ESP). 

Per migliorare la deliverability esistono alcuni suggerimenti da seguire:

 

    • Mantenere pulite le liste di contatti, eliminando gli indirizzi inattivi o quelli non validi.

    • Utilizzare un provider di servizi email affidabile.

    • Evitare l’utilizzo di parole o frasi spam nel testo e nell’oggetto delle email, scrivendo contenuti interessanti e mantenendo la giusta frequenza d’invio. 

    • Monitorare i tassi di apertura, di click e di rimbalzo per identificare eventuali problemi e individuare le soluzioni da mettere in atto.

 

L’uso di tecnologie di Email Authentication per verificare la propria identità

Le tecnologie di Email Authentication permettono di verificare l’identità del mittente presso gli Internet Service Provider e proteggere i destinatari da email fraudolente o di phishing. Sono quindi considerate indispensabili per tutelare il proprio brand. 

Le tecnologie di Email Authentication più utilizzate sono:

 

    • SPF o Sender Policy Framework. Consente di specificare quali IP sono autorizzati a inviare email per conto di un dominio. Il server ricevente interroga il DNS del dominio del mittente così da verificare che l’IP da cui l’email proviene sia tra quelli autorizzati. Se non lo è, il messaggio potrebbe essere rifiutato oppure segnalato come spam.

    • DKIM o DomainKeys Identified Mail. È una tecnologia di firma impiegata per associare un dominio a un’email, rendendo possibile certificare che il contenuto è stato inviato dal dominio stesso.

    • DMARC o Domain-based Message Authentication, Reporting and Conformance. Si aggiunge agli altri standard di autenticazione concepiti per contrastare gli attacchi ai danni degli utenti (SPF e DKIM), andando a coordinare la risposta dei provider ad eventuali errori e/o fallimenti degli altri standard di autenticazione.

È evidente, infine, che l’email marketing rappresenti uno strumento di comunicazione estremamente efficace, in grado di fornire risultati concreti. Ciò che conta è mettere in atto una strategia efficace, tenendo conto delle best practice analizzate in questa guida, così da dare forma ad una campagna di email marketing di successo.

 

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